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13 maggio 2022

Firenze: senza tempi certi, investimenti immobiliari frenati

I grandi operatori americani chiedono alla Pubblica amministrazione di indicare le date di risposta ai progetti. I settori del futuro.

Silvia Pieraccini

Rendering del nuovo insediamento nell'ex teatro comunale di Firenze (dal sito Internet di Genius Loci Architettura)

Nella fase post-pandemia Firenze continua ad essere – con Milano, Roma e Venezia – una delle città italiane più interessanti per gli investimenti immobiliari degli operatori internazionali. Ma l’attrattività del capoluogo toscano rischia di essere frenata dai tempi incerti di risposta da parte della Pubblica amministrazione, che mandano all’aria i piani economico-finanziari e scoraggiano le operazioni degli investitori.

La richiesta di tempi autorizzativi certi è arrivata da due grandi operatori americani, Hines e Hill International, in occasione del convegno organizzato da Ance Firenze sulle opportunità di mercato e di investimento dopo la pandemia, che ha visto anche la partecipazione di Nomisma, Investire Sgr, Host+Host, Camplus e Walliance.

In Usa i permessi arrivano in due giorni

“Non chiediamo certo che Soprintendenza o Comuni autorizzino tutto – ha sottolineato Cristiano Brambilla di Hines – ma chiediamo di sapere i tempi di risposta della Pubblica amministrazione, in modo da poter valutare l’investimento”. Del resto – ha spiegato – Hines gestisce nel mondo 140 miliardi di euro di investimenti immobiliari, in buona parte negli Usa e in buona parte in città dove i permessi arrivano in due giorni. “Per questo in Italia i soldi del Pnrr – ha aggiunto il manager – dovrebbero essere messi nella Pubblica amministrazione, per fare in modo che assuma personale, cresca e si velocizzi”.

Dialogo da migliorare per la trasformazione dell’ex Teatro Comunale di Firenze

I ritardi nelle risposte Hines li ha vissuti sulla propria pelle a Firenze (seconda città italiana scelta dal colosso americano per investire dopo aver scommesso su Milano, dove ha realizzato il quartiere di Porta Nuova), nella trasformazione dell’ex Teatro Comunale con la costruzione (in corso) di 31 appartamenti, uffici e commerciale: “In questo caso abbiamo trovato un dialogo con l’amministrazione comunale e con i tecnici, ma quel dialogo si può migliorare”, ha sottolineato Brambilla.

Uffici più snelli e un unico decisore

Stessa richiesta arriva da Martina Martino di Hill International, gruppo specializzato nel project management: “I nostri clienti sono abituati a tempi certi – ha detto – e a uffici più snelli di quelli italiani, senza moltiplicazione di figure e senza scollamenti tra l’una e l’altra che rendono difficile capire chi deve decidere. Serve un permesso unico per ciascun intervento”. Un’esigenza sottolineata anche da Vincenzo Di Nardo, vicepresidente di Ance Firenze: “I tempi lunghi nei piani economico-finanziari sono un problema – ha detto – perché l’equity resta fermo. A Firenze abbiamo tanti esempi negativi di operazioni che aspettano, dall’area ex-Cnr di Scandicci all’ex Panificio militare, per non parlare della nuova pista dell’aeroporto di Firenze”.

Le nuove frontiere: logistica, studentati, residenze per anziani e appartamenti in affitto

Hines ha poi delineato i settori di futuro investimento in Italia: logistica (compresi i piccoli capannoni sparsi sul territorio che servono per consegnare pacchi in tempi stretti); studentati, vista la carenza di posti attuale; residenze (non assistenziali) per anziani; e residenze destinate all’affitto. “La tendenza italiana ad avere la casa di proprietà si modificherà – ha detto Brambilla – anche per la mobilità dei giovani tra un Paese e l’altro, che cambia il modo di vivere. Oggi chi viene a vivere in Italia fa fatica a trovare una casa in affitto, ma in futuro il mercato crescerà. Noi stiamo studiando grandi condomini che hanno spazi per lavorare, palestra, verde, e che possono essere realizzati con una massa critica di 500-1.000 appartamenti”.

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Silvia Pieraccini

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