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19 maggio 2022

Ferragamo celebra Wanda, la donna che ha fatto grande il marchio

Una mostra al Museo della maison, a Firenze, delinea personalità e valori della moglie del “calzolaio delle stelle” .

Silvia Pieraccini

Pochi lo sanno fuori da Firenze, ma Wanda Miletti, moglie di Salvatore Ferragamo, è stata colei che ha costruito la maison internazionale che esiste oggi, guidando dal 1960, alla morte del marito, e per più di 50 anni (fino alla morte avvenuta nel 2018), l’azienda e trasformandola da laboratorio artigiano di scarpe da donna di alta qualità in uno dei più prestigiosi marchi della moda made in Italy.

Rimasta vedova del “calzolaio delle stelle” quando aveva 39 anni e sei figli (il più piccolo di tre anni), Wanda è diventata – senza avere alcuna esperienza e senza sapere nulla di amministrazione, management, stile, produzione e commerciale – una capitana d’azienda silenziosa ma tenace, amorevole ma ferma, ancorata ai valori familiari ma aperta al cambiamento. Da sola, con l’aiuto di quattro storici collaboratori, ha costruito un impero e l’ha trasmesso ai figli per continuare il sogno del marito, creativo e innovatore che aveva fatto fortuna in America.

Ora il Museo Ferragamo, da lei voluto e creato nel Palazzo Feroni Spini in riva all’Arno, dove ha sede l’azienda, le dedica una mostra celebrativa, curata da Stefania Ricci e Elvira Valleri, dal titolo “Donne in equilibrio” che abbraccia il decennio 1955-1965.

L’equilibrio è quello tra la famiglia e il lavoro, che Wanda ha perseguito con caparbietà ma che ancora oggi continua ad essere un miraggio per molte donne italiane. “Quando io cominciai a lavorare – diceva Wanda – in Italia non c’erano molte donne a guidare le aziende. Oggi è diverso, e ne sono contenta, anche se sono consapevole di ciò che questo comporta. Tutte le donne lavorano, solo che alcune svolgono il loro lavoro fuori di casa”.

La mostra focalizza lo sguardo sulla fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta per raccontare come in quel periodo sono cambiati la famiglia, il lavoro (con l’avvento delle professioni e delle macchine), i consumi (con l’arrivo degli elettrodomestici), il cinema, e come sono cambiate le giovani donne, visto che Wanda ha sempre avuto un’attenzione particolare per i giovani (e per i suoi 23 nipoti). Accanto dunque al mondo di Wanda Ferragamo, rappresentato dalla riproduzione del suo ufficio, ruotano le storie di altre donne che hanno coniugato l’affermazione della loro personalità con gli affetti familiari. Perché la famiglia, per Wanda, è sempre stata al centro della vita.

Lo hanno raccontato i figli Leonardo (oggi presidente della maison) e Giovanna, alla presentazione della mostra che si è tenuta in Palazzo Feroni Spini, con Stefania Sandrelli a fare da madrina; e lo ha raccontato la nipote Ginevra Visconti, che ha raccolto in un libro le lettere scritte negli anni dalla nonna ai tanti nipoti sparsi nel mondo per studio e per lavoro. Nipoti che l’hanno sempre chiamata col soprannome “Tà”, e ai quali Wanda aveva regalato un album di pelle rossa proprio per conservare le lettere che inviava loro. Da qui il titolo del volume edito da Electa: “Nel libro rosso di Tà”. “Il più grande valore che ha lasciato mia madre è l’armonia”, ha detto emozionato Leonardo Ferragamo. “Senza di lei, che ha costruito questo gruppo, oggi non saremmo qui”, ha aggiunto Ferruccio Ferragamo.

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Silvia Pieraccini

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