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20 luglio 2022

Draghi vuole il rigassificatore di Piombino entro primavera

Il premier in Senato: “Non si può chiedere sicurezza energetica, e poi protestare contro queste infrastrutture”.

Leonardo Testai

“Dobbiamo ultimare l’installazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera: è una questione di sicurezza nazionale”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, nelle sue comunicazioni al Senato dopo le dimissioni presentate giovedì 14 luglio (e respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella), ha dedicato un riferimento ben preciso all’opera, voluta con forza dal governo, ma avversata con altrettanta energia dal territorio. Oltre mille persone sono scese in piazza sabato 16 a Piombino per dire no al rigassificatore, con una mobilitazione politicamente trasversale.

“Non si può chiedere sicurezza energetica, e protestare”

“Il vertice di questa settimana ad Algeri – ha spiegato Draghi – conferma la nostra assoluta determinazione a diversificare i fornitori, e spingere in modo convinto sull’energia rinnovabile. Per farlo c’è bisogno delle necessarie infrastrutture. Dobbiamo accelerare l’installazione dei rigassificatori a Piombino e Ravenna: non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani, e poi allo stesso tempo protestare contro queste infrastrutture. Si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico, per la tenuta del nostro tessuto produttivo”.

Secondo il premier, su un piano più generale “l’Italia deve continuare a ridisegnare la sua politica energetica come ha fatto in questi mesi”, e dunque “dobbiamo portare avanti con la massima urgenza la transizione energetica verso fonti pulite. Entro il 2030 dobbiamo installare circa 70 gigawatt di impianti di energia rinnovabile. La siccità e le ondate di calore anomalo che hanno investito l’Europa nelle ultime settimane ci ricordano le urgenze di affrontare con serietà la crisi climatica nel suo complesso: penso anche agli interventi per migliorare la gestione delle risorse idriche, la cui manutenzione è stata spesso gravemente deficitaria. Il Pnrr stanzia più di 4 miliardi per questi investimenti, a cui va affiancato un piano acqua più urgente”.

Ferrari accusa: “Piombino una scelta arbitraria”

Dura la replica del sindaco di Piombino, Francesco Ferrari: “Vogliamo avere garanzie sulla sicurezza, accesso agli studi tecnici, non ci basta la parola del presidente Draghi. Inoltre, Il presidente del Consiglio parla di autonomia energetica ma, in realtà, il rigassificatore ci rende semplicemente dipendenti da Paesi diversi dalla Russia e che ci forniranno energia a costi enormemente più elevati: cambiamo padrone ma restiamo ancora schiavi”.

Ferrari ha accusato il governo di aver compiuto una scelta arbitraria indicando la città della Val di Cornia, e il suo porto, per ospitare il rigassificatore Golar Tundra acquistato da Snam. “All’istanza di accesso agli atti che abbiamo avanzato il 17 giugno nei confronti del Ministero della Transizione ecologica – ha affermato – finalizzata a ottenere le relazioni che hanno portato alla scelta di Piombino come sede di collocazione del rigassificatore, il Mite ha risposto che non è in possesso di tale documentazione. Speravamo che la nostra supposizione non fosse vera ma questa risposta è, purtroppo, la conferma. Significa che la scelta fatta è totalmente arbitraria senza una base tecnica a sostegno e che non sono stati presi in considerazione altri porti italiani”.

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Leonardo Testai

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