Lo scenario internazionale è incerto, ma il caro-energia e la crisi delle materie prime, fenomeni aggravati dalla guerra in Ucraina, costeranno almeno un punto e mezzo di Pil alla Toscana nel 2022. E’ quanto stima la Camera di commercio di Firenze, secondo cui “le stime di Pil di solo qualche mese fa che vedevano la Toscana intorno al +4,5% – ha detto Giuseppe Salvini, segretario generale – sono da rivedere al ribasso di almeno 1,5-2 punti percentuali”.
La previsione è stata formulata in occasione della firma di un accordo tra l’Unioncamere regionale e la Regione Toscana. Un patto triennale per l’internazionalizzazione del sistema produttivo, la valorizzazione del made in Tuscany e del marchio “Valore Toscana”, politiche attive per favorire l’occupazione giovanile e la formazione. La stima relativa alla Toscana segue fedelmente quella formulata dall’ufficio studi della Camera di commercio nei giorni scorsi per il sistema economico dell’area metropolitana fiorentina: dal +4,5% (come in Toscana) a un più modesto +3% di Pil, per effetto delle crisi concomitanti.
“Con la crisi servono meccanismi di salvaguardia”
“La nostra economia regionale conta 446mila imprese – ha osservato il presidente di Unioncamere Toscana, Massimo Guasconi – e nel 2021 ha visto crescere Pil ed export rispettivamente del 6,5 e del 16,8%, ma con il conflitto in Ucraina abbiamo un contesto di particolare difficoltà. Il costo energetico sta schizzando alle stelle e ci sono imprese particolarmente energivore che di fatto vedono quadruplicato o quintuplicato il costo delle materie prime. E’ chiaro che non può essere ribaltato sul costo del prodotto quindi stanno cercando di assorbirlo con il conto interno, ma non potrà durare a lungo, si devono attivare meccanismi di salvaguardia”.
Il patto Regione-Unioncamere si pone l’obiettivo di coordinare le rispettive pianificazioni: dalla promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico alle aziende al sostegno di startup innovative e imprese che avviano una nuova attività, dall’accesso al credito alla finanza agevolata per le piccole e medie imprese. E poi ancora, collaborazione sulla semplificazione delle procedure, la qualificazione delle filiere produttive, le infrastrutture o il monitoraggio dei costi delle materie prime.