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26 aprile 2022

Sciopero per la chiusura di Alival a Ponte Buggianese

Il piano di riorganizzazione aziendale prevede lo stop per il primo trimestre 2023, anche a Reggio Calabria.

Sette anni dopo l’acquisizione (2015) da parte di Nuova Castelli, a sua volta acquisita nel 2019 dalla multinazionale francese Lactalis, lo stabilimento Alival di Ponte Buggianese va verso la chiusura. La decisione si colloca nell’ambito di un piano di riorganizzazione del numero degli stabilimenti – con la chiusura anche della fabbrica di Reggio Calabria – dirottando le produzioni verso gli altri stabilimenti italiani del gruppo.

Un annuncio a cui i sindacati hanno risposto con un primo sciopero, l’apertura dello stato di agitazione, e la richiesta dell’apertura di un tavolo di crisi. La chiusura dei due stabilimenti Alival, prevista entro il primo trimestre del 2023, comporterà un totale di 150 esuberi, di cui 78 per il solo sito di Ponte Buggianese, una realtà storica del territorio pistoiese, che produce mozzarelle, pecorino e ricotta, mentre non chiudono né il sito di Porcari né quello di Siena, secondo quanto emerso. Per la casa madre, che ha già messo in liquidazione le attività attraverso cui operava negli Stati Uniti, si tratta di una necessità inderogabile.

“Dobbiamo riportare in equilibrio l’azienda”

“La razionalizzazione degli assetti produttivi della società Alival – ha affermato Nuova Castelli – si rende urgente e necessaria per riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, da tempo in sofferenza, e oggi aggravata dall’impatto sui costi di produzione dovuto al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale”. L’azienda, peraltro, “informando le organizzazioni sindacali dell’indifferibilità del piano industriale, si è resa da subito disponibile ad avviare un tavolo di confronto al fine di ridurre, per quanto possibile, il conseguente impatto sociale garantendo una gestione delle conseguenze occupazionali secondo le logiche di responsabilità sociale consolidate nel settore”.

I sindacati chiedono un tavolo di crisi nazionale

Opposto il parere dei sindacati, che hanno indetto per oggi tre ore di sciopero ogni turno con presidio e assemblea nella quale lavoratori e lavoratrici hanno votato all’unanimità per l’apertura dello stato di agitazione, dando mandato alle Rsu di intraprendere lotte utili alla vertenza. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, a Pistoia nei giorni scorsi, ha promesso attenzione per la vicenda.

“Chiediamo l’apertura di un tavolo di crisi regionale e anche a livello nazionale, ci opporremo con ogni strumento possibile a questo tipo di scelte dell’azienda”, ha detto Francesco Baccanelli (Flai-Cgil). “Siamo di fronte ad un’inaccettabile delocalizzazione domestica che Lactalis sta per compiere ai danni dei lavoratori della Valdinievole – afferma Carla Ciocci (Ugl) – speriamo che Lactalis ritorni sui suoi passi e traduca nella pratica i valori della solidarietà sociale che decanta, con la presentazione di un vero piano industriale per il gruppo”.

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