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07 dicembre 2022

Carrara, il distretto del marmo cambia passo

Presentato il Manifesto di sostenibilità del marmo di Carrara che indica le nuove sfide: la prima è una società per trattare la marmettola.

Silvia Pieraccini

Basta con le contrapposizioni e le divisioni tra le imprese del marmo e la città. Gli industriali lapidei di Carrara, adesso, vogliono riavviare il dialogo su nuove basi, in nome dello sviluppo e del benessere collettivo. Forti di una materia prima e di un ‘saper fare’ unici al mondo, e di un nuovo fattore di sviluppo nuovo che si chiama sostenibilità.

Per questo hanno messo a punto il ‘Manifesto di sostenibilità del marmo di Carrara’ – che mette in fila le nuove sfide a partire dalla riduzione dell’impatto ambientale nell’estrazione e dell’innovazione tecnologica – e per questo s’impegnano a risolvere il problema (molto attuale in questo periodo) della “marmettola”, la polvere di marmo che deriva dall’estrazione e dalla segagione della pietra (che può diventare un fango in grado di danneggiare l’habitat naturale, inquinare sorgenti, aumentare il rischio di esondazione dei fiumi).

Nascerà una società locale per trattare la marmettola

“Daremo vita a una nuova società, Carrara Marble Way 2, che sarà allargata alle imprese ‘del piano’ (quelle che lavorano il marmo, ndr) e agli operatori del settore e che tratterà la marmettola, impiegandola in nuovi usi”, ha annunciato Giuseppe Baccioli, presidente di Carrara Marble Way, la società nata nel 2017 per smaltire i detriti delle cave e formata da 39 aziende estrattive del distretto, nel corso di un convegno organizzato all’Accademia di Belle arti di Carrara per presentare il ‘Manifesto’.

“Stiamo studiando con varie Università – ha aggiunto Baccioli – come far diventare la marmettola la ricchezza del territorio. Il mondo del marmo vuol costruire un rapporto nuovo con la città, investire sulle tecnologie, recuperare il sapere artigianale, sviluppare la formazione. Vogliamo stringere un nuovo patto in nome della sostenibilità ambientale, sociale, economica”.

La sostenibilità diventa un fattore competitivo

Una sostenibilità che è stata declinata anche dal presidente della delegazione di Massa Carrara di Confindustria, Matteo Venturi (“il vero pilastro della sostenibilità sono le persone, sia gli operatori del settore che gli abitanti di questa comunità, che non possono più permettersi di ignorare il dialogo per tenere insieme sistema ambientale, sociale e economico”) ed è stata indicata come obiettivo strategico dalla sindaca di Carrara, Serena Arrighi. “Non dobbiamo aver paura delle novità – ha detto – l’obiettivo è arrivare a chiudere il ciclo della produzione, diminuire gli impatti”.

Nell’aula magna dell’Accademia di Belle arti di Carrara, affollata di imprenditori lapidei e di studenti, tre esperti come Paolo Marcesini (direttore del portale web Italia Circolare che ha collaborato alla stesura del ‘Manifesto’), Fabio Iraldo (docente di management alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa) e Claudia Chiappino (ingegnere minerario), hanno spiegato come la sostenibilità potrà diventare un fattore competitivo anche nel settore marmo. Fondamentale saranno il cambiamento di prospettiva di aziende, istituzioni, sindacati, associazioni per costruire una visione comune, e le azioni concrete che saranno messe in pista, a partire dal report di sostenibilità del distretto che debutterà all’inizio del 2023 e dalla diffusione delle certificazioni Emas, Lca (life cycle assessment), BCorp nelle aziende.

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Silvia Pieraccini

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