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30 maggio 2023

Artigiancredito, bilancio 2022 positivo tra garanzie e credito diretto

Nell’anno passato deliberati oltre 470 milioni di euro di garanzie (+10,8%), ma la tendenza si inverte a primavera 2023.

Leonardo Testai

Il core business tradizionale della garanzia tiene ancora, e crescono le attività di credito diretto, leasing e factoring: il bilancio 2022 di Artigiancredito, il consorzio fidi artigiano di Toscana ed Emilia Romagna, si è chiuso con oltre 470 milioni di euro di garanzie deliberate (+10,8%), a fronte di uno stock complessivo di 1,16 miliardi sceso ai livelli del 2020, mentre l’utile è salito a 3,2 milioni (+48%). Le garanzie deliberate sono cresciute a un ritmo superiore in Emilia Romagna (72,6 milioni, +23,8%) rispetto alla Toscana (397,9 milioni, +7,9%).

Ratios patrimoniali in miglioramento

Per quanto riguarda i ratios patrimoniali, nel bilancio di Artigiancredito il Cet1 Ratio passa dal 21,49% del 2021 al 24,9% del 2022, mentre il Total Capital Ratio si attesta al 25,16% contro il 21,92% dell’anno precedente. Sale però anche l’Npl ratio sui crediti di firma, dal 19,16% del 2021 al 20,56% del 2022, e scende il Coverage ratio lordo sulle sofferenze, dal 53,92% al 50,61%. I soci di Artigiancredito sono 117.729, di cui 72.559 in Toscana e 45.170 in Emilia Romagna, con 1.352 nuovi soci nel 2022, e 52 banche convenzionate.

“Artigiancredito è uno strumento utile che incontra le esigenze delle piccole imprese in un momento in cui i tassi di interesse stanno correndo ed è in atto una restrizione del credito per il medio e lungo termine”, ha commentato il presidente, Fabio Petri, in occasione dell’assemblea-convention di Firenze. “Appare quindi ancora più evidente l’importanza del nostro ruolo, in un momento che continua a essere complesso per l’accesso al credito”, ha aggiunto Petri, evidenziando che “assistiamo a una rinnovata collaborazione con il sistema bancario che, in una visione futura, diventa importante per indirizzare le imprese a investire in progetti che affrontano i problemi legati alla salvaguardia dell’ambiente”.

Andamento altalenante al giro di boa del 2023

L’andamento del primo trimestre 2023 è caratterizzato da una forte crescita delle garanzie deliberate (140,4 milioni di euro, +40,7%), ma Petri ravvisa una frenata nei volumi nei mesi primaverili. “Ad aprile e maggio abbiamo constatato una forte frenata: i tassi oggi hanno raggiunto livelli tali per cui un imprenditore prima di chiedere un finanziamento ci pensa, quindi o trova un abbattimento dei tassi, o valuta che il suo investimento abbia una resa importante, oppure rimanda a tempi migliori”.

Certo è che, sulla scorta dei dati sulle garanzie, le previsioni seguite all’abolizione della cosiddetta lettera “R” della legge Bassanini non si sono dimostrate (ancora) veritiere. Il mercato, afferma Petri nella relazione ai soci, “dopo la liberalizzazione dell’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi per le banche, che ha incentivato in prima battuta l’istituto della garanzia diretta, ha visto una rivalutazione dei benefici della garanzia riassicurata che tende a premiare i confidi che vantano una buona brand reputation come Artigiancredito”.

Cresce il credito diretto (col digitale)

E se il core business della garanzia tiene (anzi, è in corso il processo decisionale in ordine alla fusione per incorporazione del confidi minore Caaf Amiata), tuttavia l’intenzione di sviluppare i business non tradizionali c’è, ed è sempre più forte. A partire dal credito diretto alle imprese fino a 70mila euro, e non più fino a 50mila. “Oggi abbiamo un volume interessante di prestiti”, spiega Petri, annunciando che “nei prossimi mesi vedrà la luce il nostro marketplace digitale, dove avremo non solo questi prodotti ma anche le agevolazioni, e nuovi investimenti fintech, che già oggi facciamo con Banca Aidexa. Nel 2021 abbiamo deliberato prestiti per 7 milioni di euro, nel 2022 siamo saliti a 45 milioni, e per il 2023 sono previsti oltre 60 milioni di deliberato. Tutto con il digital lending: il credito arriva alle imprese nel giro di pochi giorni. A oggi rappresenta il 10% della nostra attività: puntiamo al. 15-20%, ma non c’è un limite percentuale”.

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Leonardo Testai

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