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Industria

26 luglio 2022

Accessori metallici: Obi, Iab e Scaf passano di mano

Le tre aziende fiorentine della famiglia Boncompagni che nel 2021 hanno fatturato 33 milioni di euro acquisite da un fondo.

Silvia Pieraccini

E’ un fenomeno nuovo e sorprendente: l’acquisizione di aziende che producono accessori metallici per la moda di lusso (fibbie, catene, borchie, chiusure) non accenna a fermarsi, guidata dai fondi d’investimento. L’ultima operazione – anticipata dal Sole 24 Ore in edicola oggi, 26 luglio – riguarda tre aziende fiorentine raggruppate sotto la holding Glb della famiglia Boncompagni: Obi, Iab e Scaf nel 2021 hanno fatturato 33 milioni di euro con un margine operativo lordo (ebitda) superiore al 14%. Quest’anno dovrebbero toccare i 40 milioni di ricavi con un ebitda di sei milioni.

Diversi sono stati i pretendenti all’acquisto, ma in pole position per Glb ci sarebbe il fondo White Bridge, che nel dicembre 2021 ha acquisito la maggioranza di un’altra azienda specializzata nella produzione di borchie, bottoni e accessori metallici per la moda, la bergamasca Lampa.

I fondi Alpha, Xenon, Chequers Capital, Dbag a caccia di aziende

La Toscana, proprio per la sua forte presenza industriale nel settore moda, è al centro dell’attenzione. Tra le ultime operazioni nella regione ci sono quella del gruppo veneto Amf, controllato dal private equity Alpha, che ha acquisito l’aretina Italcatene, specialista nella produzione di catene per borse; quella del fondo di private equity Xenon, che ha riunito sotto il polo di terzisti Minerva Hub le aretine Galvanica Formelli e Zeta Catene, specializzate nel trattamento di articoli di oreficeria e nella finitura di catene per borse, fibbie, borchie; e quella del produttore svizzero di cerniere RiRi Group, controllato da Chequers Capital, che ha rilevato prima l’aretina Amom, specializzata nelle minuterie metalliche e in bigiotteria e accessori per calzature, pelletteria e abbigliamento, e poi il 100% della mugellana Dmc, attiva nei componenti metallici per l’alta moda, con l’obiettivo di creare un polo degli accessori per il lusso.

Altre operazioni sono quelle che hanno interessato la fiorentina Nassini e Mengoni, venduta nel dicembre 2020 dai soci Michele Nerucci, Gianni Mengoni e Massimiliano Andreani al fondo di private equity Bravo Capital Partners tramite MTW holding, che aveva già in portafoglio altre due aziende di accessori metallici, Metalworks e FGF; nel maggio scorso MTW Holding, con le sue tre aziende di accessori metallici, è stata venduta alla società di private equity tedesca Deutsche Beteiligungs (DBAG).

Anche i gruppi industriali fanno shopping

Si muovono, anche se con minor dinamismo, pure le aziende industriali: nel febbraio 2020 Vrm spa del gruppo bolognese Marzocchi ha acquisito la maggioranza dell’azienda mugellana Metalplus attraverso la controllante Top Finish 2002, mentre l’aretina Unoaerre nel marzo scorso ha allungato la filiera comprando il 68% di Ercolani Romano Galvanotecnica, azienda familiare di Arezzo (sette milioni di fatturato 2021) leader nella galvanica per gli accessori metallici di alta moda, ma non solo: è uno dei pochi operatori che tratta anche i metalli preziosi come oro e argento. In questo caso non si tratta di un’azienda meccanica ma chimica, strategica per il settore.

Dumping e illegalità aleggiano sul settore

Il settore vive dunque una fase di grande dinamismo anche se i sindacati hanno già messo in guardia dal dumping praticato da alcune aziende che non rispettano le regole e invocato “qualità etica e sociale del lavoro” e “attenzione all’impatto ambientale”. Nella sola Piana fiorentina i sindacati stimano la presenza di più di 200 aziende industriali di accessori metallici, cui si aggiungono decine di realtà artigiane per un totale di circa ottomila addetti metalmeccanici.

Autore:

Silvia Pieraccini

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